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Il potere del dubbio: disinformazione strategica, caos e consenso

Serie “Archivio 211 – Le letture del potere” — di Adelio Debenedetti



Il dubbio è sempre stato il terreno fertile per il potere.Chi controlla la capacità delle persone di fidarsi o non fidarsi controlla la società.

La dottrina della guerra ibrida, elaborata in ambiente NATO e OSCE, identifica la disinformazione strategica come strumento per:

  • destabilizzare fiducia pubblica

  • creare confusione sistemica

  • generare paralisi decisionale

Non serve convincere qualcuno di una bugia.È sufficiente farlo dubitarne della verità.

La strategia del caos informativo

Dalla Guerra Fredda ai social network, la logica è costante:

Non imporre una narrativa.Moltiplica le narrative, fino a rendere impossibile distinguerle.

Meccanismo operativo:

  1. Saturazione del sistema informativo

  2. Ambiguità controllata

  3. Polarizzazione emotiva

  4. Erosione della fiducia nelle istituzioni e nella scienza

  5. Ridistribuzione dell’autorità verso attori opachi

Questo modello è stato formalizzato in più studi accademici e programmi di sicurezza occidentali sul computational propaganda risk.

Copertina del libro “Dezinformatsia – Active Measures in Soviet Strategy”, dedicato alle operazioni di disinformazione del KGB.
Copertina del volume che analizza le “Active Measures” sovietiche, la dottrina storica della disinformazione del KGB.

Fonte: Copertina del libro “Dezinformatsia – Active Measures in Soviet Strategy”, Richard H. Shultz e Roy Godson, Pergamon-Brassey’s.

Dalla KGB a Cambridge Analytica

La logica non è nuova.

  • KGB – Operazione “Active Measures”: produzione di dubbi sistemici su politica, epidemie, alleati occidentali.

  • Cambridge Analytica: ingegneria del consenso basata su profili psicologici (OCEAN), cluster emotivi e microtargeting.

Il principio è invariato:la destabilizzazione è più potente della propaganda diretta.

Robot umanoide davanti a una lavagna con formule matematiche, simbolo dell’elaborazione algoritmica nella disinformazione e nella guerra cognitiva.
Rappresentazione dell’intelligenza artificiale come sistema di calcolo capace di modellare comportamenti, percezioni e narrative digitali.

Fonte: Wikimedia Commons – Immagine su intelligenza artificiale e modelli di machine learning (licenza libera).

Il dubbio come arma del XXI secolo

Nella guerra cognitiva moderna, l’obiettivo non è convincere:è sfiancare il senso di realtà, rendendo ogni narrativa fragile.

Effetti strategici:

  • frammentazione sociale

  • perdita di coerenza nazionale

  • emergere di identità tribali digitali

  • vulnerabilità a soggetti esterni

Un rumore di fondo che spegne la capacità collettiva di discernere.

Collegamento al romanzo

Nel mio romanzo Protocollo Naacal – Codice 211, la disinformazione non è sfondo narrativo:è architettura operativa di potere.

Le reti che emergono nel romanzo non cercano solo di nascondere la verità:creano mille verità alternative, fino a dissolvere la realtà.

Esattamente come nei manuali moderni di guerra cognitiva.


Conclusione

Il dubbio non è libero pensiero. Il dubbio, se progettato, diventa strategia di governo delle masse.

Comprenderlo significa difendere la percezione e la libertà cognitiva.


Nel Protocollo Naacal – Codice 211 il dubbio non è solo un concetto: è un’arma. Le reti che manipolano la percezione esistono davvero, e il romanzo ne rivela l’ombra. Se vuoi scoprire cosa si nasconde dietro il caos informativo, continua a seguire Archivio 211: ogni frammento ti porterà più vicino alla verità.

Articolo di Adelio Debenedetti, autore di Protocollo Naacal – Codice 211. Ricerca narrativa su potere, percezione e guerra cognitiva moderna.




 
 
 

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