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Algoritmi e manipolazione percettiva: la nuova propaganda invisibile


Serie “Archivio 211 – Le letture del potere” — di Adelio Debenedetti


Introduzione

La propaganda del XXI secolo non ha più bisogno di comizi, manifesti o televisioni di Stato.Oggi il potere plasma la realtà attraverso algoritmi di intelligenza artificiale che filtrano, amplificano e modellano ciò che vediamo, leggiamo e ricordiamo, stabilendo una manipolazione percettiva rispetto al reale.

Non ci viene più detto cosa pensare:ci viene costruito intorno un mondo che ci spinge a pensarla in un certo modo.

Mappa mondiale delle persone sfollate internamente a causa di disastri naturali nel 2021, con intensità colorimetrica per paese.
Distribuzione globale delle persone sfollate per disastri naturali nel 2021. Un esempio di come i dati reali siano spesso più complessi della percezione mediatica.

Fonte: Internal Displacement Monitoring Centre (via World Bank) – Our World in Data, CC BY 4.0.

Oltre la disinformazione: la manipolazione percettiva

La Commissione Europea, nei documenti su AI e disinformazione digitale (AI Act e “European Democracy Action Plan”), ha introdotto un concetto chiave:

gli algoritmi sono strumenti di ingegneria dell’informazione e della percezione.

Ciò che appare spontaneo sui social – trend, opinioni, indignazioni – è spesso il risultato di algoritmi di amplificazione selettiva.

Non si modifica l’informazione.Si modifica l’ecosistema cognitivo in cui l’informazione vive.

Come si orienta la percezione collettiva

Tre tecniche oggi dominanti:

• Filtraggio algoritmico personalizzato

Ogni utente riceve una “versione del mondo” calibrata sul proprio profilo emozionale e comportamentale.

• Amplificazione emotiva

Contenuti che generano reazioni forti vengono premiati:la piattaforma privilegia ciò che ci divide, non ciò che ci informa.

• Predizione comportamentale

L’IA modella tendenze future prima che emergano realmente.

Il passaggio strategico è chiaro:

dall’influenzare a posteriori, al modellare a priori il comportamento collettivo.
Visualizzazione di una rete sociale complessa con nodi e connessioni che rappresentano flussi informativi e dinamiche di influenza algoritmica.
Rappresentazione grafica di una rete sociale: nodi, connessioni e centri di influenza che modellano la circolazione delle informazioni.

Fonte: Wikimedia Commons – Social Network Analysis Visualization, CC BY-SA.

Il precedente storico: Cambridge Analytica

Il caso Cambridge Analytica ha mostrato che la profilazione psicometrica su larga scala può orientare voti ed emozioni collettive.

Oggi gli strumenti sono molto più sofisticati e integrati in architetture globali:

  • algoritmi conversazionali

  • sistemi di ranking dei contenuti

  • tecnologie predittive

  • modelli di influenza adattiva

Verso una propaganda silenziosa

Secondo più studi RAND e NATO StratCom, il potere contemporaneo mira a:

  • modellare il dissenso

  • normalizzare determinati orientamenti

  • anticipare e neutralizzare narrazioni alternative

Non serve censurare.Basta non far emergere.

Contesto del romanzo

Nel romanzo Protocollo Naacal – Codice 211, l’architettura algoritmica è parte del conflitto:un sistema che non manipola solo dati, ma percezioni, memorie e senso della realtà.

La domanda centrale diventa:

se l’IA definisce ciò che vediamo, può definire anche ciò in cui crediamo?

Conclusione

L’algoritmo non è più uno strumento tecnico.È una dottrina di potere.Comprenderlo significa capire la nuova dimensione del controllo geopolitico.


Se vuoi approfondire questi temi e scoprire come entrano nel cuore del thriller Protocollo Naacal – Codice 211, continua a seguire i miei articoli e iscriviti agli aggiornamenti.

Articolo di Adelio Debenedetti, autore di Protocollo Naacal – Codice 211. Ricerca narrativa su potere, percezione e guerra cognitiva moderna.


 
 
 

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