La Guerra Cognitiva: la nuova frontiera NATO tra neuroscienze e dominio percettivo
- Adelio Debenedetti
- 13 nov
- Tempo di lettura: 3 min
Articolo storico a cura di Adelio Debenedetti, autore del romanzo “Il Protocollo Naacal – Codice 211”.

Fonte: UK Ministry of Defence – Cognitive Hierarchy Model, 2020 (open publication).
Dalla Guerra Fredda alla mente come teatro operativo
Per decenni abbiamo pensato alla guerra come dominio fisico:terra, mare, aria, spazio, cyberspazio.
La Guerra cognitiva Nato. Nel 2021 si è ufficializzato un sesto dominio:
la mente umana.
Il nuovo quadro operativo non mira solo a difendere infrastrutture digitali o dati, ma a modellare percezioni, credenze, decisioni e comportamento collettivo.
Non più “conquistare territorio”.Ma orientare la realtà percepita.
Origini storiche del concetto
Le radici della guerra cognitiva affondano in programmi occidentali e sovietici della Guerra Fredda:
esperimenti su attenzione e stress adattivo
tecniche psicologiche e propaganda scientifica
neurotecnologie DARPA
progetti psicotronici URSS
MK-Ultra, Gateway, Stanford Research Institute
Ma mentre allora queste attività erano coperte dal segreto, oggi emergono in dottrina ufficiale:
Cognitive Warfare – NATO /guerra cognitiva NATO - Innovation Hub, Norfolk (2021).
Si passa da:
“manipolare il nemico”a“modellare il contesto mentale di riferimento sociale”.
Che cosa significa guerra cognitiva
La guerra cognitiva è definita come:
L’uso integrato di tecnologie, media, neuroscienze e IA per influenzare decisioni, percezioni e comportamenti.
Componenti operative:
manipolazione informativa avanzata
nudging comportamentale e bias engineering
neural interface e brain-computer systems
social engineering coordinato
simulazioni psico-narrative
IA generativa per influenza adattiva
Il bersaglio non è più solo il soldato.È l’intera popolazione.

Fonte: Wikimedia Commons / War History Online – “Project Stargate” (public domain).
Perché è diversa dalla propaganda tradizionale
La propaganda mira a convincere. La guerra cognitiva mira a far percepire come naturale ciò che conviene a chi la conduce.
Un passaggio chiave:

Fonte: CIA Reading Room / Wayne M. McDonnell, Lt. Col. U.S. Army (public domain).
Non si combattono idee. Si combatte la capacità di generare idee autonome.
È una guerra sulla funzione cognitiva, non sui contenuti.
Evoluzione tecnologica
Strumenti oggi ufficialmente studiati da governi e centri NATO:
neuro-stimolazione e BCI a scopo operativo
IA predittiva psicografica
realtà estesa e ambienti mentali simulati
reti adattive di influenza tramite social
modelli cognitivi e memetica strutturata
La scienza comportamentale diventa infrastruttura strategica.
Vulnerabilità della società moderna
In una società digitale:
attenzione frammentata
ecosistemi informativi polarizzati
identità digitali ibride
overload cognitivo permanente
l’essere umano diventa il punto debole del sistema.
Non si attacca più il server:si attacca il cervello che lo usa.

Fonte: Frontiers in Psychology (2023) – “Cognitive Warfare and Information Operations: Conceptual Structure” – licenza open access.
Connessione con “Il Protocollo Naacal – Codice 211”
Nel romanzo, la guerra cognitiva non è il futuro:
È il presente che qualcuno sta già padroneggiando in segreto.
Attraverso:
simboli che reagiscono alla percezione
segnali neuro-visivi
archivi sotterranei e reti storiche
influenza percettiva stratificata
integrazione tra intelligence, tecnologia e mito operativo
Il Protocollo Naacal mostra l’evoluzione invisibile:dal potere materiale → al potere percettivo → al potere sul significato.
La vera battaglia non è per un territorio, ma per un paradigma mentale.
Chi controlla ciò che vediamo, controlla ciò che siamo.




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