Progetto Riese: i tunnel segreti della Slesia e l’architettura del potere occulto del Terzo Reich
- Adelio Debenedetti
- 3 nov
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 6 nov
Articolo storico di approfondimento a cura di Adelio Debenedetti, autore del romanzo “Il Protocollo Naacal – Codice 211”.

Foto: “Underground City Osówka / Podziemne Miasto Osówka”, via Tripadvisor (uso editoriale).
Il Progetto Riese: contesto storico e obiettivi strategici
Un mistero sotterraneo nel cuore d’Europa
Nelle montagne dei Sudeti, nella Slesia sud-occidentale, si trova una delle opere militari più enigmatiche della Seconda Guerra Mondiale: il Progetto Riese.
Un sistema di strutture sotterranee iniziato nel 1943, mai completato, e ancora oggi oggetto di studio da parte di storici, archeologi militari e analisti geopolitici.
Non un semplice bunker.Un progetto di continuità del potere.
Perché proprio la Slesia
Nel 1943 il Reich avviò un piano di decentralizzazione industriale e militare. La Slesia offriva tre vantaggi strategici:
substrato roccioso ideale per scavi profondi
distanza dai bombardamenti alleati
vicinanza a miniere e infrastrutture industriali
Come riportato nelle memorie di Albert Speer, ministro dell’Armamento, Riese fu considerato “una priorità strategica nazionale”.
Una rete sotterranea imponente
I siti conosciuti includono:
Książ (Fürstenstein)
Osówka
Włodarz
Jugowice Górne
Soboń
Rzeczka
Gontowa
Tunnel multipli, drenaggi avanzati, cemento armato, accessi mimetici.Un’opera di ingegneria colossale, e incompleta.

Foto da Wikipedia Commons — Licenza attribuzione obbligatoria. Titolo immagine: Riese underground tunnel. Licenza: CC-BY-SA 3.0
Manodopera forzata e segretezza totale
Il progetto fu realizzato utilizzando prigionieri del campo di Gross-Rosen, sotto il controllo dell’Organisation Todt.
Dati ricostruiti da archivi polacchi indicano:
13.000–15.000 deportati impiegati
lavori tra il 1943 e il 1945
investimenti equivalenti a centinaia di milioni di euro attuali
Non sono sopravvissuti documenti completi: gran parte fu distrutta nel 1945.
Qual era lo scopo reale?
Le tesi accademiche principali:
quartier generale sotterraneo del Reich
impianto industriale avanzato (missilistica, aeronautica, comunicazioni)
centro di ricerca per progetti d’avanguardia
piattaforma di continuità del potere in caso di sconfitta
La teoria del semplice bunker è oggi marginale.

Foto: “Underground City Osówka / Podziemne Miasto Osówka”, via Tripadvisor – uso editoriale e storico-divulgativo.
Perché ci interessa ancora oggi
Riese rappresenta:
architettura del potere sotterraneo
preparazione a un conflitto totale e prolungato
legame tra risorse minerarie e potere politico
nascita della logica della guerra “dopo la guerra”
Temi straordinariamente moderni.
Collegamento al romanzo Il Protocollo Naacal – Codice 211
Nel romanzo, il Progetto Riese è più di un complesso sotterraneo:è la culla di un programma segreto di dominio percettivo e continuità del potere, codificato come B211-Δ.
Non fuga verso mitologie remote. Ma radicamento nel cuore dell’Europa industriale.
Il potere non scompare:si sotterra per tornare in superficie quando il mondo è distratto.
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Siti principali del complesso Riese — Slesia, 1943-1945
Legenda:
Codice | Sito | Descrizione storica |
A | Osówka | Complesso sotterraneo avanzato, strutture in cemento, possibile centro industriale |
B | Włodarz | Il più grande dei sistemi sotterranei Riese, gallerie estese |
C | Książ Castle (Fürstenstein) | Centro di comando e residenza d’élite pianificata |
D | Rzeczka (Walimska) | Sezione museale con spazi di lavoro e calcestruzzo massivo |
E | Soboń | Tunnel minori, ruolo non definito |
F | Gontowa | Sistema sotterraneo secondario, possibile deposito |
G | Jugowice Górne | Infrastrutture logistiche e supporto |
Posizionamento geografico (rapporto ambientale)
Regione: Bassa Slesia (Dolny Śląsk)
Area montuosa: Sudeti
Vicinanza: Wałbrzych – Głuszyca
Coordinate indicative
Centro area Riese: 50.690° N — 16.377° E

Schema dei principali ingressi sotterranei e nodi militari 1943-45. Documento di ricerca – Archivio Naacal, a cura di Adelio Debenedetti.



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