Psicotronica sovietica: la guerra mentale dell’URSS e il laboratorio invisibile del potere
- Adelio Debenedetti
- 17 nov
- Tempo di lettura: 2 min
Articolo storico a cura di Adelio Debenedetti, autore del romanzo “Il Protocollo Naacal – Codice 211”.
La mente come arma di Stato
Mentre in Occidente prendevano forma MK-Ultra e Gateway, dall’altra parte della Cortina di Ferro si sviluppava una ricerca parallela e altrettanto oscura: la psicotronica sovietica.
Non propaganda da Guerra Fredda.Documenti storici dimostrano che l’URSS investì per decenni in programmi per:
alterare stati cognitivi
influenzare la percezione
potenziare resistenza psichica
esplorare fenomeni neuro–bio–elettromagnetici
La domanda non era “se sia reale”.Era come sfruttarlo prima degli USA.

Fonte: Wikimedia Commons – Wellcome Collection
Origini e apparati coinvolti
Dagli anni ’50 l’apparato sovietico si articolò su più livelli:
KGB (Direzione S – operazioni speciali e sperimentazione)
GRU (intelligence militare, spionaggio avanzato)
Istituti di neurofisiologia e biofisica a Leningrado e Mosca
laboratori militari nelle regioni degli Urali e Siberia
squadre di ricerca congiunte psicologia–fisica–medicina
Concetti chiave nelle fonti sovietiche:
bioenergia umana
interferenze psico-elettromagnetiche
modulazione cognitiva
resistenza mentale operativa

Fonte: Public Domain / dominio pubblico (foto storica priva di copyright)
Progetti e sperimentazioni note
Documenti riemersi negli anni ’90 citano programmi su:
iper-sensibilità percettiva
monitoraggio mentale a distanza (precursore “remote influence”)
stress estremo e soglia neuropsicologica
studi su stati alterati volontari (meditazione, trance)
uso combinato di segnali acustici, ottici, radiofrequenza
Obiettivo:non creare super-soldati, ma menti impermeabili + menti penetranti.
La dottrina sovietica considerava il pensiero spazio operativo ben prima che l’Occidente lo formalizzasse.

Fonte:Wikimedia Commons – Wellcome Collection
La psico–difesa: proteggere la mente dal nemico
Se MK-Ultra nasceva per spezzare la mente, la ricerca sovietica evolveva anche per difenderla.
Tecniche annotate in archivi declassificati indicano:
training mentale per resistenza interrogatorio
biofeedback rudimentale
tecniche respiratorie e focus neuro–ritmico
protocolli di “neutralizzazione cognitiva”
Visione:la mente come fortezza ideologica e operativa.
Dopo il 1991: continuità mascherata
Con la caduta dell’URSS molti progetti furono:
smantellati formalmente
trasferiti in istituti privati schermati
inglobati da strutture militari successive (FSB/GRU)
La psicotronica non scompare:migra nei servizi di sicurezza moderni e in reti parallele di ricerca.
Mosca mantiene interesse strategico su:
neuroscienze operative
guerra dell’informazione avanzata
tecniche di influenza psicologica
ipotesi neuro–fisiche non convenzionali
Fonte: Wikimedia Commons – Fortepan Archive
Connessione con “Il Protocollo Naacal – Codice 211”
Nel romanzo, la psicotronica sovietica è la contro–linea storica rispetto ai programmi USA/CIA.
Alenka — e una parte delle reti russe segrete — provengono da questo mondo:
training mentale nascosto
simbologia neuro–esoterica rielaborata
reticoli clandestini post–KGB
interesse per una tecnologia capace di innescare visione, memoria e percezione
Il conflitto non è solo USA–Russia.È confronto tra due tradizioni sotterranee della mente.
Rituale e laboratorio, ideologia e fisica cognitiva, potere e percezione.
Conclusione
La Guerra Fredda non si è conclusa.Ha cambiato mezzo: dalla forza fisica alla forza percettiva.
Le strutture invisibili sopravvivono più a lungo degli imperi visibili.
Vuoi esplorare come questi programmi si intrecciano con la rete Naacal e gli archivi sotterranei del potere?




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